Il mare Mediterraneo ha una superficie
di oltre due milioni e mezzo di chilometri quadrati, una profondita
media di 1450 e massima di 5020 metri, bagna le coste di Gibilterra,
Spagna, Francia, Monaco, Italia, ex Iugoslavia, Albania, Greecia,
Turchia, Cipro, Siria, Libano, Israele, Egitto, Malta, Tunisia,
Algeria e Marocco. Comunica con gli altri mari solamente attraverso
ridotti passaggi: con l'Oceano Atlantico attraverso lo stretto di
Gibilterra, con il mar Nero per i Dardanelli ed il Bosforo e con il
mar Rosso a mezzo del Canale di Suez (scavato tra il 1859 ed il 1866
dagli anglo- francesi, con finalità tanto militari quanto
comrnerciali). Prima del Giurassico, 180 milioni d'anni fa, faceva
parte della Tetide, un oceano che separava l'Europa dall' Africa,
chiusosi nel Mesozoico a causa della collisione tra i due continenti
e della successiva subduzione. La rotazione dell' Africa aveva avuto,
infatti, come conseguenza l'isolamento del Mediterraneo dall'Oceano
Indiano, mentre quella dell'Italia la creazione del mar Tirreno. La
contemporanea interruzione della comunicazione con l'Atlantico aveva
comportato un notevole ribasso del livello delle acque del
Mediterraneo, tanto che vari fiumi, come il Nilo, il Rodano, etc.,
sovraescavano il territorio, generando nell'Europa continentale i
laghi subalpini. L'equilibrio attuale del Mediterraneo si raggiungeva
soltanto nel Pliocene, dopo la riapertura del passaggio di
Gibilterra, quando le masse d'acqua atlantiche ripresero ad
alimentarne il bacino. I territori che vi si affacciano risultavano
abitati fin dal paleolitico, anche se è soltanto nel neolitico che
questo bacino comincio ad assumere le caratteristiche di centro di
diffusione e sviluppo di una civilta auutonoma. La penisola italiana
costituendo lo spartiacque tra i bacini Orientale ed Occidentale, a
loro volta divisi dalla dorsale apenninica, identificava due distinti
sistemi territoriali, di cui le due città marinare più
settentrionali erano destinate, dopo la fine dell'impero romano, a
diventare le capofila dei trasporti marittimi da e per il
centroeuropa con l'Oriente ed il Nord Africa.
Ancora nel terzo millennio a.C.
risultavano intensi i rapporti e gli scambi tra l'Egitto, Creta ed il
Libano, mentre dalla raffigurazione, da parte della civilta delle
Cicladi, di battelli con l'alta prua e bassa poppa si puo dedurre lo
sviluppo della navigazione. Questa in tale periodo sicuramente favorì
la diffusione della metallurgia nell'Egeo, nell'Egitto e nella
Siiria, grazie al rame di Cipro od al ferro dell'Elba. Mentre tra la
Grecia e l'Italia meridionaale, in particolare la Sicilia, si
istituivano rapporti diretti, la civilta minoica nel 2000 a.C., con
le sue navi ad albero centrale e vela quadra, faceva di Creta uno dei
centri commerrciali privilegiati di quella rete marittima potenziata
successivamente dai micenei una vollta insediati nell'isola.
Secondo Tucitide, la supremazia cretese
nel Mediterraneo, cui faceva capo anche la rotta dello stagno, grazie
al rame di Cipro, garantiva all 'isola anche la della metallurgia del
bronzo e quindi la crescita di un vero e proprio impero commerciale,
mentre il pragmatiismo necessario alla sua gestione introduceva la
scrittura semplificata, sillabica ed alfabetica. Comunque
l'espansione greca intorno alla meta del VIII secolo a.C., dopo aver
innteressato la Sicilia e l'Italia Meridionale, investiva i litorali
della Catalogna e della Provenza, pur senza mai trascurare la rotta
del ferro con l'Etruria e quella dello stagno oltre le colonne
d'Ercole.
Dopo il 1200 a.C., grazie al legname
del Libano ed all'innovazione tipologica delle immbarcazioni,
l'egemonia sui Mediterraneo veniva raccolta dai Fenici, che peraltro
ancora nel 750 a.C. avevano fondato Sidone e Tiro, insediando sulle
sponde del Mediterraneo un gran numero di scali e successivamente di
colonie sulle coste Nordafricane ed Iberiche, nelle Baleari, in
Sardegna, in Sicilia ed a Malta.
La successiva espansione fenicia veniva
però contrastata dalla concorrenza dei Greci, tanto che Cartagine
intorno al 500 a.C. doveva accontentarsi del predominio dell'area
ovest bacino, lasciando quella centrale sotto il controllo di
Siracusa, che, capitale della Magna Grecia, sconfitti gli Etruschi
nel 474 a.C. a Cuma, era diventata la città piu ricca e potente del
settore. Restava invece frazionato nelle mani delle citta della
madrepatria greca il Mediterraneo orientale, che però sotto l'
impero di Alessandro Magno riacquisiva unità con il nuovo grande
porto di Alessandria in Egitto.
Il bacino del Mediterraneo comunque
avrebbe conosciuto la sua unica fase unitaria soltanto alla fine del
III sec. a.C., dopo che Roma, sconfitta Cartagine, ne faceva il
centro di gravità dell'impero.
Questo mare, navigabile dalla primavera
all'autunno, diventava così uno dei luoghi privilegiati per gli
spostamenti, tanto commerciali, quanto militari, garantendo scambi
veloci e sicuri per quasi cinque secoli, fintanto che i Vandali non
si affacciarono alle sue sponde interrompendo con i collegamenti tra
l'Africa e l'Europa, quella integrazione economica che aveva favorito
la potenza di Roma.
Dalla crisi dell'impero romano prendeva
forma l'Europa del Medioevo ed il Mediterraneo, era ancora una volta
destinato a costituirne il crogiolo. Costantino, nel fondare l'Impero
Romano d'Oriente, confidava nella duplicazione delle capitali per
compensare lo sfacelo sociale ed economico, la decadenza morale ed
allentare la pressione dei barbari alle frontiere di Roma. In realta
il suo disegno sarebbe stato destinato a fallire, se della sua
realizzaazione non si fossero fatti carico due eredi, allora
imprevisti: il Cristianesimo e Bisanzio. Il primo in Occidente,
evangelizzati e rieducati i Barbari ad una cultura socialmente
innovata rispetto al passato li elevava alla testa dei popoli. Il
secondo rifondando l'ellenismo sotto gli influssi dell' Asia Minore,
promuoveva una vera e propria rinascita culturale ed artistica,
avendo ben presente come Persia, India e Cina, fossero nel V secolo
all'avanguardia dell'umanità.
Traffici e rotte commerciali, religioni e nazioni del Mediterraneo fino al XIII secolo. |
Curiosamente il Cristianesimo, che
manteneva ben distinti Creatore e creazione, in oppoosizione con il
mondo greco classico e con il panteismo orientale, attraverso i Padri
della Chiesa i quali, studiati Platone ed Aristotele per confutarli
ne erano divenuti invece i commentatori, si era riconciliato con la
filosofia greca tanto da diventarne culturalmente l'erede.
Comunque mai come nell'alto Medioevo il
destino dell'Occidente Europeo era stato sotto il profilo politico
così strettamente legato anche a quello dell'estremo Oriente
Asiatico. Infatti, l'esistenza di un forte Stato Cinese costringeva i
Monngoli e gli Iraniani, sconfitti alle sue frontiere, a riversarsi
in serie ed a cascata in Occidente, mentre una forte India e la
Persia Sasanide contribuivano a canalizzarli nell' area
Centro-Settentrionale Europea e quindi lungo percorsi paralleli alle
catene montuose fino alle coste del Mediterraneo, in Spagna, o nel
Sud d'Italia.
In realtà, mentre l' Asia resisteva,
l'Occidente soccombeva sotto il peso dei barbari, cui opponeva
eserciti a loro volta composti da barbari stessi come i franchi od i
goti. Questi ultimi devastando Roma obbligarono l'lmperatore Onorio a
spostare la sua sede prima a Milano e poi a Ravenna.
In realtà, ancora in precedenza,
mentre l'Imperatore Aureliano cosciente dell'impotenza di Roma,
cingeva la citta di mura e torri, i Sasanidi innalzavano a Ctesifonte
un immenso palazzo alto 34 metri e coperto a volta restituendo
all'Oriente quel primato che Roma aveva loro sottratto.
I Vandali erano arrivati in Spagna, i
Goti sull' Atlantico, Germani, Angli e Sassoni avevano cacciato i
Bretoni, che si ritiravano in Gallia. Ed il carosello continuava. I
Franchi si espandevano verso Est, i Goti tentavano la conquista della
Spagna, i Vandali passavano in Africa, occupando anche le isole del
Mediterraneo, i Longobardi dilagavano a Sud, gli Ostrogoti
raggiungevano l'Italia ed i Visigoti il Sud della Loira. Ne1476, con
l'assassiinio dell'lmperatore d'Occidente, le insegne passavano a
Bisanzio ed al Nord cominciavano a formarsi stati autonomi come
quello franco, in cui la chiesa di Roma confidava per conteneere gli
Alemanni ed a cui piu tardi, per contrastare Bisanzio, affidava le
insegne imperiali. Enrico re dei Visigoti, Clodovedo re dei Franchi e
Teodorico re degli Ostrogoti sono le tre figure fondamentali cui
dobbiamo il primo embrione di quell'Europa che stava nascendo dalle
ceneri dell'Impero Romano d'Occidente.
Giustiniano invece restaurando a
Bisanzio l'impero Romano, che dotava di un moderno corpus
legislativo, riannodava i fili della rete mercantile nel Levante di
cui il possesso del Mediterrraneo Orientale e le foci del Danubio
erano la condizione principale.
Bisanzio diventata cosi il centro di
una rete commerciale doveva, da un lato difendere il monopolio dei
traffici tra l'Oriente (via della seta) e quelli del Mondo Latino, e
dall'altro contenere la pressione delle orde barbariche che
minacciavano di sconvolgere i fragili equilibri mediterranei,
riducendo nel contempo anche la supremazia della Chiesa di Roma in
campo religioso.
La politica di Giustiniano che in
Oriente aveva abbandonato la Mesopotamia ai Sasanidi, in Occidente
aprendo le porte dell'Illiria ad Unni e Slavi, spingeva il Papato a
ricercare una potenza militare capace di contrastarne l'avanzata.
In questo quadro multietnico, in cui
penò l'assimilazione e l'omogeneizzazione delle orde barbariche, che
con frequenza piu che generazionale si sovrapponevano agli autoctoni,
era affidata all'evangelizzazione, in alcuni casi anche coatta, pur
in presenza di una differenziazione tra la Chiesa d'Oriente e quella
d'Occidente dovuta a contrasti di potere, piuttosto che di fede, a
partire dal VIII secolo esplodeva con Leone III Isaurico, un
conflitto religioso ancora piu grave ed insanabile di quello che
aveva diviso gli Ebrei dai Cristiani. L'incontro del Cristianesimo
con la filosofia ellenistica aveva portato a due forme d'espressione:
quella popolare degli Apostoli e quella Teologica dei dotti
cristiani, dicotomia destinata a far sentire i suoi effetti lungo
tutto il corso della storia del Cattolicesimo. Già dagli inizi essa
aveva generato con le relative dispute e deviazioni il distacco dalla
chiesa di Roma, delle popolazioni lungo i confini orientali e delle
frange piu integraliste della chiesa Africana, seguite dapprima anche
da Bisanzio nel 867.
Oltre alla forzata concorrenza iniziale
con gli gnostici sul piano filosofico, e su quello sociale e
speculativo con i Manichei ed i Montani, tutti in contrasto con
l'indole positivista e giuridica romana, le deviazioni ed i
conseguenti distacchi dalla chiesa cattolica erano generati tanto da
questioni teologiche, come nel caso dell' Arianesimo (delle
popolazioni barbare nord-orientali), quanto sociali o di potere. In
quest'ultimo caso il postulato Ubi Petrus ibi Ecclesiae portò
invece a scontrarsi con l'ingerenza dell'Imperatore, erede del
Pontifex Maximus pagano, negli affari della chiesa, a quelle con il
patriarcato orientale e con il Vescovo di Ravenna, oltre
all'autocefalia della Chiesa di Cipro ed infine alla separazione
dalla Chiesa Ortodossa.
I contrasti nell' Africa del Nord tra i
Vandali ariani ed il Cristianesimo finirono invece per spianare la
strada al sopraggiunto Islam. Infatti, le frange Cristiane piu
integraliste, ritiratesi nelle oasi del deserto, pur esprimendo
alcuni esempi di grande santita, come Sant' Antonio (del deserto) o
San Simeone (lo stilita), non mancarono, congiuntamente con le tribu
nomadi del limes romano monofisite o nestoriane ed i commercianti
Ebrei di passaggio, di costituire, quel primo nucleo culturale che
avrebbe iniziato alle tradizioni bibliche Maometto, fino a fargli
concepire il progetto di ristabilire la religione di Abramo. Il
risultato fu una nuova religione socialmente mirata a fondere
attraverso la fede le tribù, fino a consolidare le popolazioni arabe
in un unico blocco Islamico: lo stato teocratico; obiettivo che anche
il Cristianesimo aveva perseguito, ma che la cultura ellenistica
assimilata, oltre alla divisione tra Oriente ed Occidente, aveva
impedito si concretizzasse.
La nuova nazione araba partita cosi
dalla Mecca, uno dei nodi commerciali piu importanti per le
comunicazione tra i continenti Asiatico, Europeo ed Africano,
approfittando della tumultuosa situazione politica che le divisioni e
le pressioni dei barbari avevano posto in essere nei confronti degli
stati Cristiani oltre che della decadenza dell'impero Sasanide, aveva
potuto espandersi in breve tempo dalla Mesopotamia alla Persia, all'
Armenia, all'Egitto, alla Cirenaica, vista con favore dagli strati
piu poveri delle popolazioni conquistate che si liberavano con il
giogo imperiale, da quello dei grandi proprietari bizantini
(cristiani ben lieti di poter differire all'altra vita la giustizia
sociale di cui in terrra erano i beneficiari).
Ma quello Arabo delle origini era il
governo della conquista, che viveva principalmente di sacccheggi e
spoliazioni, per cui l'espansione territoriale era ragione della sua
sopravvivenza. Bisanzio costituiva quindi ancora un valido ostacolo
all'espansione Araba che dalla Mesopotamia si spostava ad Oriente
verso l'Iran e gli altopiani Afgani, ed ad Occidente dal Marocco fino
all'Oceano Atlantico. Dispiegando un immenso ferro di cavallo
Islamico verso l'Europa, difesa a sud dalle sole acque di quel
Mediterraneo che l'Islam si appprestava ad attraversare, dopo averne
occupato le isole (Cipro, Baleari, Sicilia e Sardegna). Infatti,
sbarcati in Spagna nel 710 in funzione anti visigota, gli arabi nel
giro di sette anni conquistavano con il dominio delle coste
mediterranee pressochè l'intera penisola iberica. Questa, per
ritomare cristiana, dovette liberarsi delle due religioni in
sovrappiù la Mussulmana e l'Ebraica, la prima grazie alla vittoria
degli ultramontani, la seconda per mezzo delle espulsioni in massa e
dell'inquisizione, passando attraverso quel difficile processo
destinato a concludersi soltanto nel XVI secolo.
La disputa tra l'imperatore bizantino
Leone Ill, vincitore degli Arabi, che pretendeva la supremazia anche
nei confronti del Papato, aveva portato Bisanzio all'indipendenza
religiosa, obbligando il Pontefice ad ppoggiare Carlo Martello
nelle mani dei cui eredi (Pipino il Breve e Carlo Magno) consegnava
in realta l'Impero d'Occidente. Mentre quello d'Oriente ridotto a
Grecia e Macedonia, in Italia a qualche citta del Sud, oltre al
rapporto privilegiato con Venezia, aumentava la sua potenza economia,
essendo stata l'attività sul Danubio e quella dei porti Occidentali
messa in pericolo dall'espansionismo islamico, che premeva ai suoi
confini.
Intanto, esaurita la spinta espansiva delle origini,
la nazione araba subendo il fascino della cultura persiana e della
filosofia ellenista si stava ristrutturando, al punto che Al-Mansur,
trasferita a Baghdad la sua capitale, vi portava, nutrite dall'unità della fede religiosa, a grande fioritura le scienze, la tecnica, il
diritto e la filosofia. Lo stesso disegno della nuova capitale appariva mutuato da quello dell'utopica Atlantide di Platone.
Alla morte di Carlo Magno l'impero
veniva diviso in tre regni ed il titolo passava alla Gerrmania, ove
grazie alle capacita dimostrate nel difendere i confini da Danesi e
Magiari, Otttone nel 936 assumeva la corona; mentre suo figlio,
sposando la figlia dell 'imperatore Biizantino Basilio II, acquisiva
in dote i diritti sull'Italia del Sud. Nel restaurare l'autorita
immperiale Ottone il Grande, mentre sconfiggeva i francesi sul Rodano
ed imponeva la sua auutoritain Lombardia, apriva quel conflitto, con
la Santa Sede e la feudalità, che avrebbe innsanguinato l'Europa per
i secoli successivi. Liberando l'Europa dai barbari, Carlo Magno ed
Ottone in realtà avevano favorito proprio quelle tendenze nazionali
ehe erano la negazione stessa dell'idea imperiale.
L'impero d'Oriente dopo la
restaurazione condottavi da Basilio, aveva invece incremenntato il
suo potere economico e cominciava ora ad estendere la sua influenza
nell'est euroopeo fino al Volga ed al Baltico, mentre Venezia e Pisa
iniziavano la loro fortuna commerciale grazie al rapporto
privilegiato con Bisanzio. La Russia si convertiva al Cristianesimo
Ortodosso e le nazioni Slave (Serbi, Croati, Armeni e Caucasici)
passavano sotto il protettorato di Costantinopoli.
In Europa alle invasioni succedevano le
guerre feudali e la cultura Araba diffondeva oltre i Pirenei
un'architettura nuova, mentre sull 'altra sponda del Mediterraneo
Bisanzio rapppresentava ancora il polo della cultura tradizionale.
I Normanni sulla via della Palestina si
attestavano nell'Italia del Sud, da dove Roberto il Guiscardo, col
favore del Papa, intraprendeva la riconquista della Sicilia dagli
Arabi. Mentre con Enrico IV e Gregorio VII cominciavano le lotta per
le investiture, la flotta Normanna di Roberto il Guiscardo accorsa in
aiuto del Papa veniva sconfitta in nome di Bisanzio dai Veneziani e
nel contempo i turchi selgiuchidi conquistavano Baghdad. Le strade
per l'Asia erano ancora in mano a Bisanzio, i cui mercanti si
spingevano fin in Cina, ma l'Impero d'Oriente, a causa delle basi e
dei privilegi concessi, doveva fare i conti con le repubbliche
marinare italiane (Venezia, Genova e Pisa), che avendo appaltato i
traffici marittimi ed il mercato europeo erano le uniche a trarne
profitto.
Venezia in mano ad un paio di centinaia
di famiglie di mercanti era diventata uno stato, mentre le gilde
sottraevano al controllo feudale il commercio che si avviava verso
una sorta di libero mercato.
Venezia lo sposalizio col mare ed il forte di S.Andrea. A lato Genova immagine ottomana XVI sec. (H.F.I.R.C. Istanbu l- EN Bull.62") |
Il Pontefice riusciva cosi a mettere in
marcia ben 150.000 uomini. Di tali orde, dopo aver saccheggiato lungo
illoro passaggio attraverso i territori di Bisanzio, arrivarono alla
Città Santa solo in 15.000 che pero, data la temporanea crisi
dell'Islam e l'aiuto da parte delle flotte italiane di Venezia,
Genova e Pisa, seppero guadagnare la meta: Nicea, Antiochia e
Gerusalemme passavano così in mani Cristiane, mentre 1'Occidente
latino come coacervo di popoli e nazioni poteva vantare se non
l'unica, certo la piu gloriosa delle sue campagne vittoriose.
La Cristianità mediterranea aveva cosi
potuto realizzare quel disegno strategico che prevedeva la messa in
atto contro l'Islam di un fronte fortificato, una lunga linea
difensiva dall'Ungheria fino alle sponde del mare e nelle isole,
costituita da una serie di castelli e città murate, dietro alle
quali sentirsi al sicuro.
Tuttavia in Terra Santa la dimensione
del nuovo stato outremer che si veniva costituendo, pur protetto da
un diffuso scacchiere difensivo, che per tipologie e magisteri (in
parte ereditati ed in parte di nuova costruzione) era tra i piu
modemi del tempo, risultando costituito da una serie di posizioni
avanzate, non sufficientemente ancorate all'entroterra, di concezione
territoriale mercantile, piuttosto che frutto di una ponderata
strategia militare, restava fragile e non era destinato a dare
risultati duraturi. Infatti, appena il Saladino ebbe ricostituito
l'unità della nazione araba, almeno nel settore Sud-Orientale, il
regno di Gerusalemme, la lunga e sottile striscia di territorio che
separaava le due civiltà, si dissolse e di esso non restò in mani
occidentali che Antiochia, Acri, Tiro e Tripoli (di Soria), con la
conseguenza di rendere sempre piu difficile il commercio con
l'Oriente.
Una terza crociata si rendeva quindi
necessaria, Federico Barbarossa ne era il promotore, Filippo Augusto
e Riccardo Cuor di Leone vi partecipavano. Doveva essere una
spedizione militare in piena regola, ma lo spirito unitario era
oramai messo in crisi da quelle ambizioni politiche che sarebbero
esplose con i relativi conflitti sui continente europeo nei sette
secoli successivi. Gerusalemme restava cosi nelle mani del Saladino,
guadagnando i Crociati la sola isola di Cipro sottratta a Bisanzio ed
attribuita diplomatiicamente a Guy de Lusignan, che sconfitto e fatto
prigioniero ai comi di Hattin aveva perso il regno di Gerusalemme.
A questo punto la Crociata Cristiana ed il Gihad Mussulmano, venivano via via perdenndo il loro carattere di guerra religiosa ed i relativi obiettivi diventavano il riflesso di quei conflitti etnici, o nazionali che per secoli avrebbero caratterizzato lo sviluppo dell'Europa e del Medio Oriente. Con la quarta crociata cadeva, infatti, ogni illusione circa le finalità di questa Guerra Santa del Mediterraneo; Venezia che ne aveva armato le navi, invece di sbarcare i combattenti in Palestina, dopo aver riconquistato Zara, li conduceva all'assedio di Costantinopoli, sbarazzandosi cosi di una rivale incomoda e fondando sulle rovine di Bisanzio, tanto una seerie di principati effimeri, quanto quella diffusa rete di dominii che, infeudati alle grandi famiglie, le avrebbero garantito, per quasi quattro secoli, i punti chiave del commercio Mediterraneo con l'Oriente Asiatico. L'eredità territoriale di Bisanzio, spartita cosi tra i principi latini, solo per un consistente scampolo attorno a Nicea assegnato a Bisanzio, tornava nel 1261 nelle mani di Michele Paleologo; troppo tardi in poco meno di un secolo, i Turchi Ottomani, passato il Bosforo, vi insediavano il loro impero e, sconfitti Serbi ed Albanesi, iniziavano la loro marcia verso il centro dell'Europa. Le crociate successive alla quarta risultarono ancora piu inutili, in quanto riconducibili alle esigenze di una politica che poco o nulla aveva a che fare con la riconquista della Terra Santa, come quella di Federico II, inficiata dai conflitti tra l'impero ed il papato, quelli tra gli ordini cavalleresco-militari, le repubbliche marinare e quelle per la successione nel regno Lusignano di Cipro.
L'armata ottomana sconfitta si ritira dall'assedio dì Malta nel 1565 (palazzo del Governatore - La Valletta) |
S. Gibellino, l'assedio di Famagosta in Cipro nel 1571 |
La battaglia di Lepanto o delle Curzolari nel 1571 (duomo di Montagnana) |
Per quanto riguarda l'architettura, se si esclude il recupero ed il riciclo degli edifici romani ancora esistenti, la tradizione europea, piuttosto sobria, ebbe modo dall'incontro con quella orientale di scoprire i modelli abitativi di un welfare sconosciuto a livello urbanistico (giardini, bagni, fontane e spazi pubblici) goduto non solamente dalle classi dominanti, che comunque importandolo in Europa ne avrebbero fatto il loro modello distintivo.
Al contrario l'Islam delle origini
avrebbe recuperato il modello basilicale latino e quello munumentale
bizantino degli edifici sacri cristiani nell'edificazione degli
edifici sacri islamici.
L'architettura militare dal confronto,
lungo le frontiere dell'Islam in Spagna e nel Mediterraneo Orientale,
con i modelli derivati da quelli persiani o mesopotamici, unitamente
alle condizioni estreme di una difesa senza quartiere, avrebbe
importato modelli poliorcetici con caratteristiche dalla concezione
del tutto innovativa e di grande rilevanza, anche quando soltanto
orecchiate.Sul continente
europeo soltanto la crescita della città-stato estendendo i problemi
della difesa al territorio circostante seppe nel breve periodo
imprimere all'architettura militare tali forme, tipologie e magisteri
innovati e sviluppati grazie alla conoscenza ed all'esperienza,
diretta o riferita, che i crociati avevano riportato in patria.
Anche in questo caso il Mediterraneo
aveva comunque costituito il centro del mondo con immutata capacità
di diffondere, dalle rive verso l'entroterra, una cultura in continua
evooluzione, fino ad almeno un secolo dopo i viaggi di Cristoforo
Colombo e Vasco de Gama. Infatti l'Islam Nordafricano faceva sentire
i suoi influssi verso sud, ben oltre i margini sahariani, mentre
quello Turco influenzava i Balcani, l' Asia e l'Africa arabe fin nel
profondo oriente indiano. Mentre curiosamente nel mondo cristiano il
Mediterraneo esercitava un' influenza culturale, apparentemente
contraria a quella della storia piu remota, infatti il Nord
dell'Europa ove si sarebbe concentrata a partire dal XVI sec. assieme
all'Europa protestante la potenza mondiale, continuava ad essere
affascinato dalla cultura latina come i romani lo erano stati da
quella greca, fino ad essere soggiogati dall'enorme peso, non sempre
positivo, della spiritualità di Roma, coniugato con quello temporale
della Spagna imperiale.
(libera riedizione del saggio: "Il Mediterraneo luogo d'incontro e di civiltà dall'antichità al medioevo", in Europa Nostra Bullentin 54, 2001 pgg 13-26).
(libera riedizione del saggio: "Il Mediterraneo luogo d'incontro e di civiltà dall'antichità al medioevo", in Europa Nostra Bullentin 54, 2001 pgg 13-26).
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