Il mediterraneo tra il 15° e il 16* secolo |
passato nei momenti di crisi che precedono una transizione epocale, sotto il profilo tecnico, economico e sociale,capita di ipotizzare il futuro rifacendosi quale strumento conoscitivo al passato, spesso rivisitato superficalmente cogliendone quegli aspetti che la storia ha modellato in ossequio al potere dominante. Recentemente in Italia ed in particolare nel Veneto si è risvegliato un nuovo interesse nei confronti dell'impegno civile profuso, sia pur non disinteressatamente, da Venezia nel Mediterraneo polarizzato sulla serie dei nodi che perimetrando le coste della Dalmazia, dell'Egeo fino al mar Nero e della Palestina con la rete degli approdi commerciali che ancor prima di quello di terra avevano costituito lo “Stato da Mar”. Rete che, peculiarirà veneta, nella terraferma la signoria Scaligera per il controllo del territorio aveva in qualche modo anticipato con il sistema delle città murate, sostituite dalla Serenissima con le città fortezza dopo l'azzeramento deglio stati cuscinetto, di cui temeva di soggiacere al ricatto, nel momento in cui si apprestava ad assumere dimensioni, oltre che influenza, territoriali. Azione quest'ultima portata avanti più con la diplomazia che con le armi, mancando di quello strutturato esercito territoriale di cui godevano nazioni come la Spagna che lo aveva realizzato nelle guerre per la “reconquesta” e la Francia nelle lotte per conquista della Bretagna.
La diffusione e
l'estensione dello stato mercantile veneziano, ridimensionata la
rivale Genova, costituiva una compagine che, lucrando enormi
guadagni gestiva i traffici ed i commerci con l'Oriente senza un
effettivo territorio e con pochissimi abitanti, rappresentava
tuttavia una situazionedel tutto anomala nel costituendo panorama
europeo. Cionostante la Serenissima Repubblica di S. Marco per la sua
forma di governo, le sue capacità imprenditoriali, l'estensione
della sua rete commerciale e la diffusione della sua diplomazia ha
realizzato fino alla fine del '500 quel polo culturale i cui riflessi
hanno influenzato tanto gli stati d'Europa quanto i califfati
d'Oriente e l'impero Ottomano.
La situazione politica del Mediterraneo nel 1559 |
Purtroppo la mitizzazzione
di qusto periodo disgiunta dalle ragioni che ne hanno favorito la
crescita senza un effettivo territorio, sono le stesse che hanno
fatto si che proprio nel momento in cui lo Stato doveva assumere la
necessaria estensione territoriale fallisse tale obiettivo, finendo
schiacciato dalle nascenti grandi compagini nazionali. Queste invece,
pur tra le tensoni che hanno caratterizzato l'Europa del cinquecento
e per avere le mani libere nelle relative guerre, hanno saputo
manipolare e sfruttare le capacità menageriali ed imprenditoriali
della Serenissima usandola quale freno all'espansione Ottomana nei
Balcani, come rappresentante della cristianità nella difesa del
Mediterraneo Orientale. Una lotta impari in cui la Serenissima
rimasta sola, pur adottando una condotta flessibile, fondata più
sull'ingegno che sulla forza fisica, avrebbe finito per
soccombere perdendo prima Cipro ed un secolo dopo anche Creta, ma
comunque controllando fino alla fine del settecento quel ramo del
Mediterraneo, chiamato Golfo di Venezia, che si estendeva fino a
Corfù.
La perdita del bacino
Orientale e di quello Meridionale facevano si che a partire dalla
fine del 1500 il Mediterraneo fosse disertato dai traffici
commerciali europei che vi preferivano la navigazione oceanica,
almeno fino a quando l'apertura del Canale di Suez non diventava
utile scorciatoia agli stessi, aprendo nel contempo questo mare
all'influenza Inglese in concorrenza con le altre potenze.
Queste le ragioni per
aprire un dibattito su questo tema, che ritengo potrebbe, almeno da
parte nostra, contribuire ad una visione dell'Europa delle genti e
non solo dei mercati.
Testi recenti consigliati:
Evangelia Skoufari, Cipro
veneziana (1473-1571), istituzioni e culture nel regno della
Serenissima, Viella 2011.
Gianni Perbellini (a cura)
Famagosta a Cipro, Famagusta in Cyprus, Biblion 2011.
Gianni Perbellini (a cura)
Cipro la dote di Venezia- Eredità di Venezia e ponte verso
l'Oriente,. Biblion 2011.
Gianni Perbellini e Flavio
Rodeghiero (a cura), Città murate del Veneto, Cierre 2011.
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