venerdì 23 marzo 2012

Il ritorno al futuro del Mediterraneo



Il mediterraneo tra il 15° e il 16* secolo
In questi ultimi anni gli avvenimenti del settore Meridionale ed Orientale del Mediterraneo, connessi alla più generale crisi economica e politica, hanno focalizzato la nostra attenzione non solo da turisti, su questo mare. Come spesso è accaduto in
passato nei momenti di crisi che precedono una transizione epocale, sotto il profilo tecnico, economico e sociale,capita di ipotizzare il futuro rifacendosi quale strumento conoscitivo al passato, spesso rivisitato superficalmente cogliendone quegli aspetti che la storia ha modellato in ossequio al potere dominante. Recentemente in Italia ed in particolare nel Veneto si è risvegliato un nuovo interesse nei confronti dell'impegno civile profuso, sia pur non disinteressatamente, da Venezia nel Mediterraneo polarizzato sulla serie dei nodi che perimetrando le coste della Dalmazia, dell'Egeo fino al mar Nero e della Palestina con la rete degli approdi commerciali che ancor prima di quello di terra avevano costituito lo “Stato da Mar”. Rete che, peculiarirà veneta, nella terraferma la signoria Scaligera per il controllo del territorio aveva in qualche modo anticipato con il sistema delle città murate, sostituite dalla Serenissima con le città fortezza dopo l'azzeramento deglio stati cuscinetto, di cui temeva di soggiacere al ricatto, nel momento in cui si apprestava ad assumere dimensioni, oltre che influenza, territoriali. Azione quest'ultima portata avanti più con la diplomazia che con le armi, mancando di quello strutturato esercito territoriale di cui godevano nazioni come la Spagna che lo aveva realizzato nelle guerre per la “reconquesta” e la Francia nelle lotte per conquista della Bretagna.
La diffusione e l'estensione dello stato mercantile veneziano, ridimensionata la rivale Genova, costituiva una compagine che, lucrando enormi guadagni gestiva i traffici ed i commerci con l'Oriente senza un effettivo territorio e con pochissimi abitanti, rappresentava tuttavia una situazionedel tutto anomala nel costituendo panorama europeo. Cionostante la Serenissima Repubblica di S. Marco per la sua forma di governo, le sue capacità imprenditoriali, l'estensione della sua rete commerciale e la diffusione della sua diplomazia ha realizzato fino alla fine del '500 quel polo culturale i cui riflessi hanno influenzato tanto gli stati d'Europa quanto i califfati d'Oriente e l'impero Ottomano.
La situazione politica del Mediterraneo nel 1559

Purtroppo la mitizzazzione di qusto periodo disgiunta dalle ragioni che ne hanno favorito la crescita senza un effettivo territorio, sono le stesse che hanno fatto si che proprio nel momento in cui lo Stato doveva assumere la necessaria estensione territoriale fallisse tale obiettivo, finendo schiacciato dalle nascenti grandi compagini nazionali. Queste invece, pur tra le tensoni che hanno caratterizzato l'Europa del cinquecento e per avere le mani libere nelle relative guerre, hanno saputo manipolare e sfruttare le capacità menageriali ed imprenditoriali della Serenissima usandola quale freno all'espansione Ottomana nei Balcani, come rappresentante della cristianità nella difesa del Mediterraneo Orientale. Una lotta impari in cui la Serenissima rimasta sola, pur adottando una condotta flessibile, fondata più sull'ingegno che sulla forza fisica, avrebbe finito per soccombere perdendo prima Cipro ed un secolo dopo anche Creta, ma comunque controllando fino alla fine del settecento quel ramo del Mediterraneo, chiamato Golfo di Venezia, che si estendeva fino a Corfù.
La perdita del bacino Orientale e di quello Meridionale facevano si che a partire dalla fine del 1500 il Mediterraneo fosse disertato dai traffici commerciali europei che vi preferivano la navigazione oceanica, almeno fino a quando l'apertura del Canale di Suez non diventava utile scorciatoia agli stessi, aprendo nel contempo questo mare all'influenza Inglese in concorrenza con le altre potenze.
Queste le ragioni per aprire un dibattito su questo tema, che ritengo potrebbe, almeno da parte nostra, contribuire ad una visione dell'Europa delle genti e non solo dei mercati.

Testi recenti consigliati:
Evangelia Skoufari, Cipro veneziana (1473-1571), istituzioni e culture nel regno della Serenissima, Viella 2011.
Gianni Perbellini (a cura) Famagosta a Cipro, Famagusta in Cyprus, Biblion 2011.
Gianni Perbellini (a cura) Cipro la dote di Venezia- Eredità di Venezia e ponte verso l'Oriente,. Biblion 2011.
Gianni Perbellini e Flavio Rodeghiero (a cura), Città murate del Veneto, Cierre 2011.

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